Il Vescovo di Jesi
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Comunicato n 5 di lunedì 9 marzo
Cari Sacerdoti, cari Fedeli,
il Decreto del Presidente del Consiglio dell’8 marzo all’ art. 2/v recita così:
L’apertura dei luoghi di culto è condizionata all’adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro.
Sono sospese le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri.
E’ un articolo che non ci appare molto chiaro. Perciò abbiamo chiesto una interpretazione autentica in quanto la totale sospensione delle “cerimonie religiose” ci sembra in contraddizione con la prima parte del paragrafo dove parla di persone in chiesa in numero tale da doversi organizzare per garantire la distanza di un metro. Che ci fa un numero così considerevole di persone in una chiesa dove non c’è alcuna celebrazione?
La CEI, dopo aver consultato l’autorità civile competente al fine di avere una autentica interpretazione dell’art 2/v, ha emanato un comunicato in cui afferma che il paragrafo è da intendersi nel senso più restrittivo. In altre parole non sono permesse celebrazioni di sorta, compresi i funerali.
Dopo l’esperienza così ordinata fatta oggi in tante chiese delle Marche, non riesco a comprendere il senso di questa norma così restrittiva, ma anche in questo caso credo nel valore dell’obbedienza.
Pertanto
1- Sono sospese tutte le celebrazioni di Sante Messe e altri incontri di preghiera con partecipazione di popolo.
2- Le chiese restano aperte per la preghiera personale. Si chieda ai fedeli di mantenere le distanze dovute.
3- Non si celebrano funerali in Chiesa. Al cimitero il Sacerdote faccia le esequie senza Messa con la partecipazione di un numero ristretto di parenti.
4- Ovviamente chiedo ai sacerdoti di celebrare quotidianamente in forma privata. Si suonino le campane per ricordare ai fedeli la necessità di pregare.
5- I membri delle comunità religiose, in quanto unica famiglia, celebrino la S. Messa nella loro cappella, senza aprire ad altri fedeli.
Cari sacerdoti, cari fedeli, mi vengono in mente i martiri di Abitene che affermarono:
“Sine Dominico non possumus”. E ci diedero la vita pur di non rinunciare alla S. Eucaristia.
Io vi invito, comunque, a vivere intensamente la preghiera e l’ascolto della Parola di Dio. Anzi, visto che le chiese possono rimanere aperte, anche se non ci sono celebrazioni, si favorisca l’Adorazione Eucaristica silenziosa. Anche tutti i giorni!
Una parola in più mi permetto di dirla per voi, cari sacerdoti. Ci ritroviamo
improvvisamente con tante ore libere dalle consuete attività. Che fare?
E anche qui mi viene in mente il Santo Curato d’Ars, il quale passava ore e ore in confessionale e davanti al tabernacolo.
Sì, cari sacerdoti, passiamo ore e ore in Chiesa. Le tante mansioni ci hanno fatto perdere l’abitudine: chissà che il Signore non permetta questo triste momento per chiedere alla gente di passare più ore in casa a riscoprire il valore della famiglia e a noi di passare più ore in chiesa per pregare per tutto il popolo? Io non penso che il Signore ci abbia abbandonato. Sono convinto che il Signore voglia tirare fuori un gran bene anche da questa situazione triste.
Mercoledì prossimo avremo la riunione della CEM: se ci saranno ulteriori notizie ve le darò tempestivamente Un cordiale saluto. Mentre invoco ogni benedizione e chiedo la preghiera materna e premurosa di Maria SS.
Don Gerardo, Vescovo
