
Lo psicologo Ezio Aceti è di nuovo invitato dall’unità parrocchiale di Moie, Maiolati Spontini e Scisciano. Nel pomeriggio di domenica 18 ottobre dalle 15,30 al teatro di Maiolati terrà una conversazione su “Educare alla vita e alla fede: responsabilità e gioia”. È consigliata la prenotazione tramite messaggio WhatsApp al numero 339 8306690 (per Moie) e numero 340 2211296 (per Maiolati) indicando nome e cognome, numero di partecipanti (speci¬ficando se congiunti o meno) e chiedendo eventuale servizio di baby-sitter.
Lo psicoterapeuta Ezio Aceti è stato ospite dell’unità parrocchiale Maiolati Spontini, Scisciano e Moie nel pomeriggio di domenica 18 ottobre 2020 al teatro di Maiolati. Nell’introduzione Paolo Perticaroli ha evidenziato la richiesta di aiuto e di sostegno da parte delle famiglie che sentono il bisogno di essere sostenute nella loro genitorialità, soprattutto in questo periodo, dove ci si sente più soli e portati all’individualismo. Il dottor Aceti è conosciuto in Vallesina dove ha tenuto altri incontri e nella sua conversazione di un’ora e mezza ha analizzato le dinamiche educative ed ha offerto suggerimenti e idee di confronto e riflessione. La sua relazione è stata molto apprezzata dai partecipanti e dal parroco don Igor che lo ha ringraziato. “Speriamo di poter avere tra di noi una comunicazione empatica, come aveva Gesù tra la gente – ha detto all’inizio Aceti – e vedremo come è il mondo oggi, quello delle parrocchie e della società, vedremo gli errori che facciamo e cercheremo di capire cosa fare, anche come credenti. Una volta la scuola, la parrocchia e la famiglia davano gli stessi messaggi e orientamenti e l’educazione si basava su autorevolezza e autoritarismo che portava a tante emozioni trattenute. In questi ultimi quaranta anni sono avvenuti immensi cambiamenti, oggi ci sta venendo addosso un fiume in piena di novità ma sono le emozioni che attraversano tutto e se sono governate portano la gioia altrimenti portano alla rovina. Proviamo a guardare le camerette dei bambini di oggi, piene di tante cose, e ricordiamoci come erano vuote le camerette dei bambini di poche decine di anni fa. Oggi i bambini fanno fatica a stare fermi, hanno tanti stimoli, rimangono più immaturi forse anche per la predominanza delle donne nei compiti educativi e per l’assenza degli insegnanti maschi nella scuola dell’infanzia. Una volta eravamo come un asinello che con il carico giusto cammina; oggi i nostri giovani sono lo stesso asinello ma sopra hanno un macigno, che è la nostra società tanto complessa. Cosà servirà nel futuro? Abbiamo qualche idea? Nel futuro la società sarà sempre più complicata e il carico sempre più pesante e allora servirà solo rinforzare l’asinello. Il dramma è che le mamme e i papà, gli insegnanti e la chiesa non sanno niente dell’asinello. Questa è la crisi, è andato in crisi l’uomo. Grandi studiosi tra cui la filosofa spagnola Maria Zambrano lo aveva previsto. Papa Francesco lo dice nella sua ultima enciclica, Fratelli tutti. Benedetto XVI aveva chiesto alla Chiesa di dedicare un decennio all’educazione, ma poco è stato fatto. Di fronte alla crisi è facile brontolare e lamentarsi, ai giovani trasmettiamo un’aria funesta, la prima malattia d’Europa è la depressione. La pandemia ci ha procurato l’angoscia, non la paura, ci fa sospettare dell’altro, ha portato tanta ansia nelle persone, anche a causa delle convivenze forzate. Eliminiamo in noi il volto di un dio che castiga e cominciamo a difendere i nostri figli, a parlare a nome di loro. Se siamo credenti, prima di morire diciamo ai nostri figli e nipoti che la vita è come una parabola che è discendente dai 60 anni in poi, ma non è più brutta della giovinezza e vale la pena di essere vissuta. Il bambino ha il diritto di vivere le sue emozioni, non dobbiamo fargli violenza e fargli vivere emozioni non sue. (…)»
Lo psicoterapeuta Ezio Aceti è stato ospite dell’unità parrocchiale Maiolati Spontini, Scisciano e Moie nel pomeriggio di domenica 18 ottobre 2020 al teatro di Maiolati. Seconda parte «Cosa vuol dire essere credenti? Nella lettera a Diogneto, della seconda metà del II secolo, si dice che i cristiani sono come gli altri ma danno un significato diverso della realtà. Il credente vede di più, non vale di più. Questo è il passaggio fondamentale dell’essere credente. Dobbiamo liberarci di alcune idee, altrimenti non capiremo niente del mondo e dei bambini. L’educazione ci coinvolge tutti. Il credente e l’educatore sono come i pellicani che volano in alto, preparano e danno il pasto in base a come i piccoli sono in grado di prendere. I ragazzi hanno sete di luce. Lo scorso anno nelle 310 conferenze in Italia ho incontrato tanti giovani e ho cercato di dare loro luce, di far comprendere la bellezza della luce. Cerchiamo di offrire ai genitori delle occasioni per conoscere i loro bambini. Gesù aveva capito tutto dei bambini a differenza degli apostoli, li accarezzava e li benediceva. Noi dobbiamo aiutare il bambino a scoprire il tesoro che ha dentro di sé. (…)»