Il pranzo della festa in Caritas: è sempre una possibilità di fraternità e di condivisione. Anche se l’emergenza sanitaria ha costretto a cambiare le modalità del servizio, non ha cancellato il senso del servizio. Se la dimensione del giorno di festa rischia di essere travolta da uno stile di vita che porta a giorni tutti uguali, il servizio alla mensa della Caritas invita a pensare al valore della festa che offre la possibilità di qualcosa di diverso.
La preparazione del pranzo della festa alla caritas diocesana di Jesi, da tanti anni, è affidata alle parrocchie, che a turni mensili, si organizzavano per garantire la presenza. Poi, nel 2019 la richiesta si era allargata a preparare anche le cene dei giorni prefestivi, il pranzo e la cena dei festivi richiedendo un impegno maggiore ai gruppi di volontari. La parrocchia di Moie aveva come turno il mese di luglio e una parte di agosto e si sono alternate negli anni tante persone che hanno accolto questa proposta sempre con tanta delicatezza e premura per preparare qualcosa di buono e di adatto per gli ospiti.
Da marzo 2020 il servizio si svolge in modo diverso con la preparazione dei pranzi e cene da asporto, sia per chi lo prenota e ritira in Caritas, sia per chi è ospitato in altre strutture di prima e seconda accoglienza. La Caritas diocesana ha dovuto riorganizzarsi ma ha sempre garantito tutti i pasti, dapprima solo con il personale interno e poi, a poco a poco, riaprendosi ai volontari che si sono resi disponibili. Anche in questa fase i volontari di Moie, in particolare dei gruppi Scout e Unitalsi, si sono coinvolti nel servizio adattandosi alle nuove indicazioni, più impegnative e che limitano il contatto con le persone che si rivolgono alla Caritas. Gli ospiti per lo più chiamano al telefono per prenotare e poi arrivano solo al momento del ritiro della busta con il pasto completo, e quindi ci si limita solo a un veloce saluto con i volontari. È quel buongiorno o quel grazie che lasciano nel cuore tanti pensieri e interrogativi con la speranza di aver contribuito a dare un sollievo a quella giornata.
«Viviamo questo Sinodo nello spirito della preghiera che Gesù ha rivolto accoratamente al Padre per i suoi: “Perché tutti siano una sola cosa” (Gv 17,21). A questo siamo chiamati: all’unità, alla comunione, alla fraternità che nasce dal sentirci abbracciati dall’unico amore di Dio». I volontari del giorno dell’Epifania delle parrocchie della nostra unità parrocchiale hanno avuto la possibilità di vivere più intensamente la fraternità come ha chiesto papa Francesco all’inizio del percorso sinodale il 9 ottobre 2021. Hanno collaborato nella preparazione due persone che attualmente vivono a Cupramontana e che per alcuni anni sono state a Maiolati e ora, come segno di gratitudine per quanto hanno ricevuto, hanno deciso di dare una mano la mattina del 6 gennaio, perché l’amore non ha confini, anche se non si abita più nello stesso paese.
La caritas diocesana, con tutti i suoi innumerevoli servizi attivati negli anni, riesce a unire tante persone, che in modi e tempi diversi possono offrire il loro servizio nella consapevolezza che il bene segue strade inimmaginabili così come la necessità a volte si nasconde in ambiti impensabili.


