Chiesa Santo Stefano di Maiolati Spontini

L’attuale chiesa fu consacrata nel 1723 e, della chiesa cinquecentesca, è rimasto solo il campanile. Nel 1928 la chiesa è stata sottoposta a un restauro. È stata chiusa in seguito alle verifiche dopo il terremoto del 2016 e sono stati eseguiti lavori di messa in sicurezza compresi nell’ordinanza del commissario straordinario per la ricostruzione n. 23/2017 e 32/2017 e s.m.i. Committente la diocesi di Jesi e l’autorizzazione e concessione del contributo erano nel decreto del direttore U.S.R. n. 1503 del 30-7-2018; responsabile unico del procedimento il diacono Augusto Abatelli. Progettista e direttore dei lavori per le opere architettoniche arch. Sara Donzelli, progettista e direttore dei lavori per le opere strutturali ing. Amedeo Boria. Impresa appaltatrice Grimaldi Costruzioni srl. La cerimonia per la riapertura si è svolta nel pomeriggio del 26 ottobre 2016 con la partecipazione di tanti cittadini. Il vescovo Gerardo Rocconi ha presieduto la solenne celebrazione con il parroco don Igor Fregonese, il viceparroco don Giandomenico Piersimoni e il diacono Augusto Abbatelli e animata nel canto dal coro parrocchiale. Hanno partecipato il sindaco Tiziano Consoli, i progettisti, i responsabili del progetto, la Filarmonica Gaspare Spontini e tanti parrocchiani.

La chiesa fu costruita all’inizio del secolo XVIII e fu consacrata dal vescovo Francesco Antonio Giattini il 3 ottobre 1723.

La nitida facciata, tutta levità di gessi e stucchi neoclassici, ha un portale dal sapore rinascimentale e dalle sobrie tinte chiare. La facciata, alta e stretta, anticipa la forma interna della chiesa ad aula e si affaccia direttamente sulla via principale; è ad intonaco, nell’alternanza di bianco e di giallo per le strutture e i tamponamenti. La struttura è in muratura. La splendida cantoria in legno in stile barocco-rococò (proveniente dalla chiesa di Santa Palazia di Ancona) e il prezioso organo Callido (sec XVIII) sono munifico dono del musicista Gaspare Spontini.  Il marmoreo altare settecentesco proviene dalla chiesa dei Frati Minori di Jesi.

Al centro dell’abside troviamo la tela (prima metà del XX sec.) raffigurante il martirio di Stefano, cui si inneggia con la scritta sotto il cornicione: “Beatus homo cui coeli patebant /beato l’uomo a cui si aprivano i cieli”. In sagrestia è conservata una Madonna del Rosario di Arcangelo Aquilini (sec. XVII), restaurata di recente, circondata dai cartigli dei quindici misteri.

Maiolati Spontini: presentato il restauro della seicentesca tela “Madonna del Rosario” (Articolo di Iscra Bini pubblicato su Voce della Vallesina, n. 24/2012)

Un altro tesoretto dell’arte locale è scampato all’usura del tempo e alla dimenticanza dei moderni. Questa volta il salvataggio si è compiuto nel territorio di Maiolati Spontini e più precisamente nella sagrestia della Chiesa di Santo Stefano Protomartire. Si tratta della tela a soggetto sacro “Madonna col Bambino e Misteri del Rosario”, probabile opera del pittore Tommaso Aquilini junior, risalente al XVIII sec.. Al centro la Madonna col Bambino e i Santi Domenico e Caterina (o forse Santa Rosa da Lima?), intorno fanno da cornice i quindici Misteri del Rosario, sullo sfondo il paesaggio naturale riproduce il profilo del Monte San Vicino e, appena accennato, si intravede un piccolo borgo. È terminato il restauro, che ha richiesto ben quattro mesi di lavoro da parte della restauratrice Melissa Ceriachi, incaricata di ridare splendore ad una tela compromessa da diffuse cadute di colore e da pregressi tentativi di restauro, rivelatisi più dannosi che utili alla conservazione della tela. I risultati del lavoro di recupero sono stati presentati lo sabato 9 giugno 2012 alla presenza del parroco don Marco Cecconi, del vescovo mons. Gerardo Rocconi e del sindaco Giancarlo Carbini. Il parroco si è detto subito soddisfatto: «L’arte sacra è una testimonianza di fede e aiuta i fedeli nella preghiera. Per questo ringrazio, oltre alla dottoressa Ceriachi, la Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi e il Comune di Maiolati Spontini che hanno finanziato completamente i lavori». Alla prof. Emanuela Graciotti il compito di ricostruire la storia della tela: «La presenza del quadro era già attestata nei resoconti di una visita pastorale del 1704. Il quadro originariamente era collocato nell’altare di sinistra, che attualmente ospita la statua del Sacro Cuore di Gesù. L’iconografia dei Misteri del Rosario riprodotta nella tela è quella tradizionale, che si rifà ad un famoso antecedente, la Pala del Rosario della Chiesa San Domenico di Cingoli, dipinta da un altro grande artista marchigiano Lorenzo Lotto. È interessante osservare come l’artista abbia riutilizzato l’iconografia dei grandi maestri per inserirvi elementi di caratterizzazione locale ben riconoscibili come il profilo del monte sullo sfondo». «La celebrazione della Madonna del Rosario è stata fissata da Pio V il 7 ottobre – continua Graciotti – in ricordo della vittoriosa battaglia, combattuta a Lepanto nel 1571 della Lega Santa contro i Turchi, simbolo dello scontro fra due culture, due civiltà, due religioni: quella cristiana e quella musulmana». E si ricollega proprio a questo evento il Vescovo Mons. Rocconi: «L’episodio della Battaglia di Lepanto rappresenta un momento difficile per la storia della Cristianità compromessa dall’avanzata turca, per questo il Papa invitò i fedeli a pregare e istituì la celebrazione della Madonna del Rosario. Da allora il Rosario è diventato la preghiera delle prove difficili. È una preghiera popolare, facile e contemplativa, che fino a qualche anno fa veniva recitata insieme in famiglia. Per usare le parole di Giovanni Paolo II, il Rosario è una preghiera fatta a Gesù, attraverso gli occhi di Maria». Anche il Sindaco di Maiolati Spontini Giancarlo Carbini ha sottolineato l’importanza di conservare ed esaltare ogni forma di bellezza artistica, che oltre al valore intrinseco «rappresentano la  storia e i valori di ogni cultura umana». Ora la tela è di nuovo nella Chiesa che l’aveva conservata fin ora; esposta nella sagrestia è ritornata a nuova vita. Molte altre sono le opere artistiche presenti nel nostro territorio, che necessitano di interventi di conservazione e restauro e che ci auguriamo possano beneficiare della stessa sorte.

Bibliografia

Diocesi di Jesi, Annuario 2004

La diocesi di Jesi 1978, stampato a ottobre 1979

Voce della Vallesina n. 34/2015 pagina 5, articolo di don Vittorio Magnanelli

Voce della Vallesina n. 24/2012 pagina 7, articolo di Iscra Bini