Gli unitalsiani di Moie hanno partecipato all’iniziativa “Formati per servire” proposta dalla sottosezione di Jesi, in collaborazione con la sottosezione di Senigallia, per il 6 agosto 2020. Nella chiesa parrocchiale di San Massimiliano Kolbe, a Jesi, alle 19,30 la preghiera del vespro, a seguire la cena nel salone e alle 21, in chiesa, il corso di formazione con l’infermiera Marcella Coppa e la dottoressa Alice Esposto sul virus covid19 e sui metodi per limitarne la diffusione. Le due relatrici si sono alternate nella conversazione, che è stata seguita con attenzione dagli ottanta partecipanti, e hanno proposto esempi concreti e adatti alla realtà associativa, in vista della ripresa delle attività. Dallo scorso maggio, la Pastorale della Salute della diocesi, con l’Aps (Associazioni Professioni Sanitarie Italiana) sta proponendo il corso a parrocchie ed associazioni e anche l’Unitalasi ha accolto la proposta che si è rivelata molto utile per la formazione personale e che ha fornito precise indicazioni sugli atteggiamenti corretti e sicuri da tenere nelle relazioni con gli altri.
«Non pensavo mai che saremmo stati così tanti – ha detto la presidente Cecilia Possenti – la vostra partecipazione è il desiderio che abbiamo di essere unitalsiani consapevoli in questo tempo di emergenza sanitaria che non sappiamo quando finirà». Nel pomeriggio del 2 agosto, i presidenti e i consiglieri delle sottosezioni marchigiane si erano ritrovati a Loreto per una celebrazione con l’arcivescovo mons. Fabio Dal Cin e per incoraggiarsi reciprocamente nel loro impegno associativo, chiedendo l’intercessione di Maria. E l’incontro del 6 agosto ha ridato nuovo entusiasmo a tutti i partecipanti, nel giorno in cui la Chiesa ricorda la Trasfigurazione di Gesù e che negli anni precedenti gli unitalsiani hanno spesso celebrato a Loreto, durante il pellegrinaggio di tre giorni. «la Trasfigurazione è un grande gesto di amore perché la bellezza di Dio si è manifestata in un volto umano – ha spiegato l’assistente don Gerardo Diglio durante la preghiera. – Dio è venuto tra noi, per darci sollievo nella nostra fragilità e debolezza. Siamo chiamati a vedere e servire Dio nei fratelli che incontriamo, l’amore del Signore non è egoistico e ci invita a scendere dal monte, come Gesù ha detto ai discepoli sul monte Tabor. Dobbiamo stare anche nella sofferenza e nella difficoltà, senza criticarci l’un l’altro, essendo positivi e dando speranza, nonostante i problemi. Come unitalsiani, dobbiamo incontrare Cristo nelle persone, anche in coloro che facciamo più fatica ad accettare, ed essere seminatori di gioia e di speranza».
Tutto l’incontro si è svolto nel rispetto del regole anti-covid, con la misurazione della temperatura corporea all’ingresso, la firma nel registro delle presenze all’entrata e all’uscita, il distanziamento, la cena con i piatti già preparati e messi a tavola un gruppo di volontari. A ogni partecipante, a ricordo dell’incontro, è stato consegnato l’attestato e donata una composizione con saponette e stoffa, realizzate da alcune volontarie, con questo messaggio: “In tempo di lockdown abbiamo curato l’igiene e abbiamo avuto tempo libero: un piccolo pensiero profumato in un involucro di ritagli di stoffa ci invita alla cura di noi stessi e degli altri e a preoccuparci anche di chi è rimasto indietro e dimenticato”. I partecipanti, in divisa blu, hanno potuto vivere l’esperienza in sicurezza e acquisire una migliore conoscenza del covid per continuare a essere unitalsiani e consapevoli del tempo difficile che stiamo vivendo.




